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Artrosi e fattori di rischio

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L’articolazione del ginocchio è particolarmente complessa , consente oltre alla flessione ed all’estensione movimenti di rotazione e scivolamento. L’estremita inferiore del femore e quella superiore della tibia sono ricoperti da cartilagine articolare , tessuto che permette di ammortizzare il peso del corpo ed a ridurre l’attrito tra le due ossa durante il movimento. Nel corso degli anni la cartilagine subisce delle modificazioni fisiologiche della sua struttura andando incontro ad usura .
L’usura aumenta  in caso di fattori predisponenti come:

- Sovrappeso


- Alterazioni dell’asse meccanico

- Alterazioni post traumatiche 

- Instabilità

La cartilagine quindi va incontro a processi di disfacimento frammentandosi e scoprendo le superfici ossee dell’articolazione che comporta un contatto diretto tra osso e osso con conseguenza deformazione dell’articolazione  istaurando il quadro tipico dell’artosi che si associa a infiammazione , versamenti,  dolore. Quest’ultimo insorge inizialmente di notte divenendo man mano continuo ed aumentare con il carico determinando pian piano una riduzione del movimento. 

L’usura dell’articolazione determina inoltre un progressivo aumento delle deviazioni degli assi  degli arti inferiori in varo e valgo gia presenti. Tutto questo determina con il tempo una progressiva riduzione dell’autonimia al cammino ed alla stazione eretta. 

Il trattamento dell’artrosi inizia in maniera conservativa ponendosi come obiettivo la riduzione del dolore ed il mantenimento della funzione articolare . tutto ciò si esegue con terapia farmacologica, integrazione con condroprotettori ,  terapia riabilitativa, terapia fisica , terapia  con cortisonici o acido ialuronico  . Quando il trattamento conservativo non da risultati si può prevedere un trattamento chirurgico . 

Nelle fasi iniziali ed in casi selezionati un trattamento di minima artroscopico permette di “ lavare l’articolazione “ e di regolarizzare le eventuali lesioni meniscali . Se necessario si dovrà procedere alla correzione degli assi anatomici di carico degli arti inferiori mediante osteotomie tibiali o femorali per ristabilire gli equilibri di carico articolari. A ciò si può quindi associare terapia rigenerativa come le cellule mesenchimali da grasso periferico. 

Nei casi avanzati di artrosi e quando la terapia conservativa fallisce  si passa alla valutazione per un trattamento chirurgico di impianto protesico .L’intervento consiste ne ricoprire le superfici articolai del femore e della tibia mediante una protesi che come il ginocchio normale avra superfici lisce e permettera su sostenere carichi. I materiali di cui le protesi sono composte sono leghe di metalli ( cromo cobalto , oxinium e|o materiali anallergici ) e polimeri ( particolari tipo di plastica )che vengono interposti tra la componente femorale e quella tibiale. Le protesi nella maggior parte dei casi vengono cementate all’osso  . In rapporto al tipo di lesione ed usura presente nell’articolazione ed al tipo di paziente si puo optare per una protesi totale che ricopre l’intera articolazione o una protesi monocompartimentale quest’ultima ricopre solo un comparto del ginocchio ( femoro tibiale medialo o laterale ) 

Esistono anche delle protesi dette da revisione che sono più invasive con resezioni ossee importanti  e vengono utilizzate nei casi di fallimenti delle protesi di primo impianto , nelle usure legate al tempo , nelle mobilizzazioni ecc 

Tanto sono importanti i dolori nel preoperatorio tanto maggiore sara il beneficio post operatorio in seguito all’impianto protesico perche la protesi di per se puo non eliminare completamente tutti i dolori e talora rimangono alcuni fastidi residui dovuti a molteplici cause alcuni indipendenti dalla tecnica chirurgica eseguita  . Lo scopo primario della protesi e quello di restituire la funzione articolare e la ripresa dell’attivita motoria.

La rieducazione post operatoria inizia in 1 giornata post operatoria ed è volta ad ottenere un progressivo recupero articolare e muscolare , il ricovero in clinica è di  14 giorni circa . Il carico totale viene dato immediatamente dopo l’intervento 

Le complicanze precoci più importanti legate ad un intervento di impianto di artroprotesi di ginocchio annoveriamo fratture di tibia e femore, ematomi, necrosi cutenee e infezioni con percentuali che oscillano tra lo 0,2 ed il 2% secondo la letteratura . 

Tra le complicanze tardive ricordo l’infezione che può manifestarsi anche a distanza di anni dall’impianto , la mobilizzazione dell’impianto protesico , calcificazioni dei tessuti molli , aderenze all’interno dell’articolazione che determina rigidità post operatoria , instabilita della rotula , usura dell’inserto in polietilene , rottura del tendine rotuleo .

Chirurgo Ortopedico e Traumatologo

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