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Il dolore anteriore di ginocchio

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Agli inizi del 1900 la fissurazione traumatica della cartilagine rotulea venne decritta come causa del dolore anteriore e l’abrasione della stessa come trattamento per queste lesioni. Con il passare del tempo si comincio a parlare di condromalacia come alterazione degenerativa della cartilagine articolare e progressivamente si comincio ad osservare come la sofferenza cartilaginea rotulea poteva essere messa in relazione ad una alterazione dell’equilibrio della rotula stessa ( eccessiva lateralizzazione  ).
Outerbridge osservo che le alterazioni degenerative della cartilagine rotulea era molto comune di quanto si pensasse e nella maggior parte dei casi era asintomatica . Propose  una classificazione delle alterazioni cartilaginee in 4 gradi con ordine crescente: 
1°: edema e rammollimento della cartilagine che si presenta ancora integra 
2° : fessurazioni di 1-2mm della cartilagine nelle zone di rammollimento
3°: fibrillazione senza esposizione dell’osso sub condrale 
4° : erosione della cartilagine con esposizione dell’osso sub condrale sottostante.
Studi ulteriori hanno progressivamente dimostrato una correlazione tra eta e lesioni condrali che possono rimanere asintomatiche fino a che non viene esposto l’osso sub condrale . Negli adolescenti le eventuale alterazioni della superficie cartilaginea della rotula sono dovute probabilmente a ripetuti episodi di sublussazione secondari ad iperpressione esterna e quindi a possibile squilibrio dell’apparato estensore . Progressivamente si rilevò come il retina colo laterale , eccessivamente retratto, determinasse un sovraccarico laterale della rotula con conseguente sofferenza condrale .

La principale funzione biomeccanica della rotula e quella di migliorare l’efficienza del quadricipite femorale aumentando il braccio di leva dell’apparato estensore e quindi il momento di forza del tendine rotuleo. La stabilita attiva della rotula e garantita da muscolo quadricipite ed in particolare dal vasto mediale che ha il compito di contrastare la prevalenza delle forze lateralizzanti che agiscono sulla rotula . un altro elemento stabilizzante è rappresentato dal tendine rotuleo (più è lungo, minore sarà la stabilità ). Stabilizzatori passivi invece sono dati dalla congruenza tra troclea e cresta rotulea  e dalla faccetta  trocleare laterale più alta rispetto alla mediale. 

Dal punto di vista clinico la sindrome femoro rotulea e caratterizzata da :

dolore retro rotuleo che si acuisce alla flessione prolungata ( segno del cinema )

cedimento articolare dovuto a sublussazione 

sensazione di blocco articolare di solito transitori ed in estensione 

il crepitio o scrosci articolai , sintomo molto comune, anche se scarsamente indicativo, evidenziato in estensione contro resistenza o alzandosi dalla sedia quando cioè l’articolazione femoro rotulea è sottoposta a carico.

L’imaging dell’articolazione femoro rotulea si avvale di esami radiografici in varie proiezioni , tac con protocollo della scuola Lionese che consente di valutare le articolazioni dell’anca , del ginocchioe della tibio tarsica rapportandole tra loro e la RMN che offre informazioni utili sullo stato delle cartilagini. 

Formulata una diagnosi corretta sia clinica che strumentale bisognerà eseguire un trattamento adeguato . 

Quello conservativo deve essere sempre il primo trattamento da intraprendere , dovra essere personalizzato in rapporto alle caratteristiche morfologiche del paziente e quest’ultimo deve partecipare attivamente al programma riabilitativo. Il programma prevede :

controllo del dolore 

riequilibrio muscolare 

riequilibrio propriocettivo 

dopo almeno 6 mesi di trattamento conservativo senza risultati trova giustificazione un trattamento chirurgico . Le tecniche sono molteplici e devono essere proposte in rapporto alle alterazioni presenti .

lateral release artroscopico 

riallineamento prossimale con plastica muscolare 

riallineamento distale con trasposizione mediale  della tuberosita tibiale anteriore 

Ricostruzione del legamento patello femorale mediale 

correzione chirurgica della displasia trocleare 

Tutte le tecniche chirurgiche devono essere supportate nel post-operatorio da un corretto trattamento riabilitativo eseguito nei tempi e modi prescritti dallo specialista al fine di ottenere un corretto recupero .


Bibliografia 

La sindrome femoro rotulea – G. Castellarin, M. Ricci, P. Bartolozzi  et al , edizioni Cortina Verona 2005

Il dolore rotuleo – P.Aglietti, R.Buzzi et all , J. SportsTraumatol.Rel.Res.12/3, 1990

Chirurgo Ortopedico e Traumatologo

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